«La rete, l’immenso sistema nervoso della nostra realtà, può aiutarci a comunicare, comprendere, trasformare e creare. Grazie a essa oggi siamo in grado di protenderci verso un orizzonte di risposte possibili vasto come mai è accaduto prima. Ogni oggetto del mondo è alla nostra portata, perché è connesso. Ogni pensiero del mondo è alla nostra portata, se è connesso.» Da qui la domanda: come possiamo usare le informazioni per migliorare il mondo? E se la domanda vi piace avete un libro da leggere: Architettura della Comunicazione, di Federico Badaloni.
DOMANDE, PIU’ CHE RISPOSTE
«La sfida dei nostri tempi non è tanto quella di trovare una risposta, ma quella di connetterla alle nostre domande nel modo migliore. La natura e la dinamica di questa connessione possono essere più o meno sostenibili, più o meno aderenti a un modello etico, più o meno vantaggiose per diversi gruppi umani. Dal momento che ora abbiamo connesso i luoghi, gli oggetti e gli esseri viventi, è agendo sulle relazioni che modifichiamo ciò che chiamiamo “realtà”.»
IL RUOLO DELLE RELAZIONI
«Ogni relazione che decidiamo di stabilire ha una funzione. In un mondo in cui tutto è connesso – e tutto può essere connesso – in molti modi, la funzione è quello che fa la differenza. La dinamica di una relazione è una funzione. Un ponte fra un bisogno e una soluzione. Non un ponte qualsiasi, ma quell’unico ponte, fra i mille a disposizione, che ci farà compiere quel determinato percorso per vivere quell’esperienza unica. Comunicare è saper trovare quel ponte in questo nuovo universo. Innovare è saperlo immaginare, quando non esiste.»
LE RELAZIONI NELLA DEFINIZIONE DEL CONTESTO
«Quando la rete di significato è tessuta, siamo in grado di inquadrare ogni informazione nella giusta relazione rispetto alle altre. Questa rete è ciò che chiamiamo “contesto”, cioè l’insieme che si ottiene sommando i singoli elementi informativi e le relazioni che essi instaurano tra loro.»
Una lettura che non potete mancare sull’idea di contesto è Understanding Context, di Andrew Hinton.
«SIAMO CIO’ CHE CONNETTIAMO»
«Oggi siamo ciò che connettiamo. L’aspetto più complesso di un atto di comunicazione di rete è dunque scegliere cosa mettere in relazione. Il fatto che tutto sia potenzialmente linkabile non significa che tutto debba esserlo. Scegliamo in funzione dei bisogno dei nostri interlocutori, ma scegliamo anche in funzione della nostra particolare visione delle cose che stiamo raccontando.» In New Clues: «A differenza del mondo reale, ogni oggetto e connessione presenti sul Web sono stati creati da qualcuno come espressione di uno specifico interesse e secondo una personale supposizione di come questi tasselli siano interconnessi.»
In Architettura della Comunicazione, oltre ai ragionamenti che avete appena letto, trovate anche un metodo di lavoro concreto e applicabile: si chiama Progettazione Funzionale, ed è quello a cui Federico ha lavorato e lavora da molti anni. Magari vi verrà in mente di usarlo per qualche vostro progetto: fateglielo sapere, sono certa che ne sarà felice.
Di questo libro hanno parlato anche Luca Rosati – che con Andrea Resmini ne ha scritto la prefazione –, Toni Fontana e su L’Espresso trovate un estratto da leggere subito.
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